pirex
2010-03-26 23:25:13 UTC
mercoledì 24 marzo 2010
Signor Cardinale Bagnasco, rifiuto il suo appello: io voto Bonino e Bresso
di don Paolo Farinella
Strana coincidenza: i vescovi lanciano un appello contro il centro sinistra
mentre Berlusconi scrive una lettera al Papa
Il presidente del consiglio italiano, Silvio Berlusconi, si complimenta con
il Papa per la lettera agli Irlandesi sui preti pedofili:
Benedetto XVI «è chiamato a confrontarsi con situazioni difficili, che
diventano motivo di attacco alla Chiesa e perfino alla sostanza stessa della
religione cristiana».
Poverino!
non riesce a pronunciare la parola «pedofilia».
Si è sforzato, ma non ci riesce perché dovrebbe parlare di «sessualità
scomposta» e abnorme perpetrata in luoghi e sedi istituzionali, esattamente
come ha fatto lui, a dispetto e dileggio di quella morale cattolica di cui
ogni giorno fa i gargarismi in pubblico, mentre in privato ne fa strage.
Non può parlare di «sesso», lui che, mentre inneggia «alla sostanza stessa
della religione cristiana», frequenta prostitute a pagamento dietro compenso
in denaro e in posti in parlamento o al governo e dalla moglie è condotto in
giudizio per separazione per colpa.
Scrive al Papa perché, da ruffiano qual è, vuole ingraziarselo.
Qual è il significato di questa lettera insulsa, senza senso, ridicola e
immotivata?
Io penso che voglia cavalcare il momento di difficoltà del Vaticano,
criticato da larghissima parte della Chiesa che ha valutato la lettera agli
Irlandesi inadeguata, insufficiente, scontata.
Dopo il fallimento del raduno di Roma con precari pagati a cento euro
cadauno, il debosciato ha bisogno di ricrearsi una verginità formale e vuole
fare sapere al mondo intero che egli sta dalla parte del Vaticano, sempre e
comunque.
L'immondo travestito da agnello.
Ancora una volta assistiamo alla strumentalizzazione di un momento tragico e
doloroso della Chiesa con responsabilità oggettive di papa Ratzinger e
contorno e il Caimano ne approfitta subito per fare una genuflessione oscena
ad uso personale, perché il fantoccio di uomo non sa vedere altro che usi
personali, addomesticati alla sua bisogna.
La lettera al papa, opportunamente divulgata, è una forma di propaganda
elettorale verso quell'elettorato debole cattolico che si lascerà incantare
da questo tronfio e immondo pifferaio e sul quale è piombato come un
elefante in una cristalleria il cardinale Angelo Bagnasco.
Il tocco finale, da lupanare, è il riferimento all'efficacia della lettera
dovuta secondo lui alla «umiltà e sincerità unita alla chiarezza delle
ragioni che il Papa mette in campo».
Riguardo all'umiltà, Berluskoniev è un maestro impareggiabile:
umile, mite, altruista e, quello che più conta, fondatore del partito
dell'amore
a pagamento e delle prostitute affittate «a carrettate», con i cattolici che
tengono bordone e reggono il moccolo.
Non era ancora arrivata in Vaticano la lettera di Berluskoniev che già nello
stesso giorno, si sentiva il controcanto del cardinale.
Bagnasco al consiglio permanente della Cei.
Egli con tempestività programmata degna di ben altre battaglie, a pochi
giorni del voto, parla con il solito linguaggio aulico a supporto del
governo e delle formazioni regionali di destra.
Si direbbe che più la Cei tema la vittoria della sinistra o di quella che ci
si ostina a chiamare sinistra.
L'attacco frontale all'aborto come materia discriminante delle elezioni
regionali è indebita, immorale e indecente.
L'aborto è previsto da una legge dello Stato:
cosa c'entrano le regioni?
L'uscita di Bagnasco è calcolata e mira ad essere una diretta fucilata ad
Emma Bonino e a Mercedes Bresso in Piemonte.
Per la proprietà transitiva chi attacca Bonino e Bresso, appoggiate dal Pd,
appoggia il Pdl che è contro il Pd.
Povera gerarchia, ridotta a giocare questi mezzucci pur di vincere la
Regione Lazio!
Se una donna fa così paura, cosa farebbe un esercito di donne?
Scrive il cardinale:
«Sarà bene che la cittadinanza inquadri con molta attenzione ogni singola
verifica elettorale, sia nazionale sia locale e quindi regionale.
L'evento del voto è un fatto qualitativamente importante che in nessun caso
converrà trascurare .
C'è una linea consolidata che .
insieme a Benedetto XVI, chiamiamo «valori non negoziabili: .
la dignità della persona umana, incomprimibile rispetto a qualsiasi
condizionamento;
l'indisponibilità della vita, dal concepimento fino alla morte naturale;
la libertà religiosa e la libertà educativa e scolastica;
la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna»
(Card. Angelo Bagnasco, presidente Cei, «Prolusione al consiglio permanente
del 22-25 marzo 2010, n. 8).
Si può anche essere d'accordo su alcuni aspetti, ma perché proprio, in piena
feroce campagna elettorale?
Puro caso?
C'è forse una relazione o un accordo preventivo tra la lettera di Berlusconi
e la prolusione di Bagnasco?
I brutti pensieri fanno temere di sì.
Se così fosse, sarebbe grave e si conferma la strategia clericale di una
alleanza «a prescindere» con il governo Berlusconi;
così come si rafforza il sospetto che il silenzio tombale della presidenza
della Cei, lo scorso anno, durante la teoria di scandali, personali e
istituzionali, perpetrati da Berlusconi, sia stato il prezzo pagato
sull'altare
della «disonesta ricchezza» pur di tenere in vita un sostegno reciproco,
Berlusconi/Vaticano-Cei anche a costo della morale, della verità, della
divisione all'interno della Chiesa italiana, anche a costo del sacrificio di
innocenti come il povero Dino Boffo.
Al card. Bagnasco risponde indirettamente alcuni giorni prima, quasi
prevenendolo, Mons. Luigi Bettazzi che nell'editoriale «Principi non
rinunciabili» di Mosaico di Pace (marzo 2010), annovera tra i «principi non
negoziabili» tanto cari alla gerarchia ecclesiastica, anche il «bene comune»
e i valori «della sincerità e della sobrietà, della legalità e della
solidarietà»;
così come tra quelli negativi ascrive:
l'idolo della ricchezza in funzione del potere, il potere stesso,
il permissivismo sociale e l'interesse privato e il fine che giustifica i
mezzi.
Il card. Bagnasco, poi, continua:
«Dinanzi a quel che va emergendo ad opera della Magistratura, noi Vescovi ci
sentiamo di dover chiedere a tutti, con umiltà, di uscire dagli
incatenamenti prodotti dall'egoismo e dalla ricerca esasperata del
tornaconto e innalzarsi sul piano della politica vera.
Questa è liberazione dai comportamenti iniqui, dalle contiguità
affaristiche per riconoscere al prossimo tutto ciò di cui egli ha diritto .
e innanzitutto la sua dignità di cittadino .
al di fuori della morbosità per un certo accaparramento personale, si
recuperi il senso di quello che è pubblico, che vuol dire di tutti e di cui
nessuno deve approfittare causando grave scandalo dei cittadini comuni, di
chi vive del proprio stipendio o della propria pensione ed è abituato a
farseli bastare, stagione dopo stagione.
C'è un impegno che . non può non riguardare tutti, politici e cittadini .:
mettere fine a quella falsa indulgenza secondo la quale, poiché tutti
sembrano rubare, ciascuno si ritiene autorizzato a sua volta a farlo senza
più scrupoli.
Non è vero che tutti rubano, ma se per assurdo ciò accadesse, non si
attenuerebbe l'imperativo dell'onestà.
Non cerchiamo alibi preventivi né coperture impossibili:
sottrarre qualcosa a ciò che fa parte della cosa pubblica non è rubare di
meno;
semmai sarebbe un rubare di più.
Per i credenti questo obbligo assurge alla dignità di comando del Signore,
dunque non si può venir meno» (Ibid. n. 9).
Come non essere d'accordo?
Anche le pietre lo sono.
Perché l'aborto deve essere criterio di valutazione elettorale il furto no?
Non è un comandamento esplicito anch'esso?
Come può il cardinale Bagnasco mettere d'accordo queste parole con il
programma, le promesse mai mantenute e le realizzazioni delittuose del
governo Berlusconi?
Alla luce della parola del cardinale, non si dovrebbe come primo effetto
immediato scomunicare l'operato del governo e della sua maggioranza che per
disgrazia opprime l'Italia e tutti i cattolici che lo sostengono?
Si rende conto il cardinale Bagnasco che il fondatore del partito
dell'amore
è un frequentatore abituale di minorenni e prostitute e un ladro di
professione?
Sa il presidente della Cei che Berlusconi ha candidato uomini appartenenti
alle diverse mafie, senza distinzione di sorta?
E' a conoscenza il porporato che non meno di 26 inquisiti siedono in
parlamento nelle fila del partito che difende «i principi non negoziabili»?
Lo sa che sono oltre trenta le leggi che Berlusconi ha imposto al parlamento
a suo favore e della sua cricca e delle sue due famiglie?
Perché sua eminenza non fa nomi e cognomi di chi ruba, di chi delinque, di
chi corrompe, di chi si lascia corrompere?
Si rende conto che il papa ha ricevuto Bertolaso nel momento stesso in cui
lo convocava la magistratura della repubblica per chiedergli conto della
corruzione di cui è sospettato di essere artefice, beneficiario, mandante e
controllore a danno e sulla pelle dei terremotati dell'Abruzzi, il cui
vescovo, Molinari, è uso fare da scendiletto a Berlusconi?
Signor Cardinale perché lei ha taciuto per tutto l'anno quando tutto il
mondo accusava Berlusconi di immoralità istituzionale e non solo per l'uso
indiscriminato di prostitute e forse di droga, mentre oggi interviene, lesto
come un fulmine, il giorno dopo la manifestazione/farsa del Pdl e una
settimana prima delle elezioni e per buon peso, nello stesso giorno in cui
Berlusconi solidarizza col Papa in materia di pedofilia? Forse perché lui è
esperto anche in materia? Lo avete assunto come consulente etico della Cei?
Signor Cardinale, la prego, ascolti quello che le dico:
Io Paolo Farinella, prete della Chiesa cattolica, affermo con piena
avvertenza e informata coscienza che ritengo peccato grave votare chiunque
stia dalla parte di Berlusconi perché incompatibile con i principi del
Vangelo, della dottrina sociale della Chiesa, della morale cattolica e della
dignità civile.
E' un delitto, di cui rispondere davanti alla propria coscienza e a Dio
votare per chi conculca i diritti dei poveri, senza differenza di
cittadinanza, di chi incita all'odio razziale, di chi corrompe testimoni in
tribunale e giudici per avere sentenze a suo favore, di chi compra senatori
prezzolati per fare cadere governi democratici, di chi evade il fisco e
incita ad evadere, di chi assalta le istituzioni di garanzia, di chi vara
leggi a favore suo e della sua azienda, di chi non ha parvenza di morale e
vive in modo oscenamente ricco, rubando sulla povertà dei poveri, di chi
sperpera denaro pubblico pur di esaltare il culto della propria personalità
(v. La Maddalena).
Io Paolo prete, cittadino sovrano residente in Liguria, in forza del
criterio del bene comune e del rispetto dei diritti individuali, voterò
Alessandra Ballerini, di professione avvocato degli ultimi e dei poveri che
si batte per i diritti di tutti e che si presenta con una lista collegata a
quella di Burlando Claudio del Pd.
Se votassi in Lazio o in Piemonte non esiterei a votare Bonino o Bresso e
auguro all'Italia che Berlusconi e la sua compagnia teatrante siano
sconfitti.
Faccio gli auguri alla Bonino e alla Bresso, perché, anche se non mi
piacciono su tanti punti, possano vincere democraticamente e possano portare
un vero «rinascimento laico» nelle loro Regioni, specialmente nel campo
della sanità e della scuola.
Sui problemi etici ci confronteremo apertamente, lealmente,
democraticamente, senza interferenze e confusioni tra altare e seggio
regionale.
Che Dio protegga l'Italia e le sue Regioni dalla peste del berlusconismo e
dalla miopia della gerarchia cattolica.
don Paolo Farinella
http://domani.arcoiris.tv/?p=4824
Signor Cardinale Bagnasco, rifiuto il suo appello: io voto Bonino e Bresso
di don Paolo Farinella
Strana coincidenza: i vescovi lanciano un appello contro il centro sinistra
mentre Berlusconi scrive una lettera al Papa
Il presidente del consiglio italiano, Silvio Berlusconi, si complimenta con
il Papa per la lettera agli Irlandesi sui preti pedofili:
Benedetto XVI «è chiamato a confrontarsi con situazioni difficili, che
diventano motivo di attacco alla Chiesa e perfino alla sostanza stessa della
religione cristiana».
Poverino!
non riesce a pronunciare la parola «pedofilia».
Si è sforzato, ma non ci riesce perché dovrebbe parlare di «sessualità
scomposta» e abnorme perpetrata in luoghi e sedi istituzionali, esattamente
come ha fatto lui, a dispetto e dileggio di quella morale cattolica di cui
ogni giorno fa i gargarismi in pubblico, mentre in privato ne fa strage.
Non può parlare di «sesso», lui che, mentre inneggia «alla sostanza stessa
della religione cristiana», frequenta prostitute a pagamento dietro compenso
in denaro e in posti in parlamento o al governo e dalla moglie è condotto in
giudizio per separazione per colpa.
Scrive al Papa perché, da ruffiano qual è, vuole ingraziarselo.
Qual è il significato di questa lettera insulsa, senza senso, ridicola e
immotivata?
Io penso che voglia cavalcare il momento di difficoltà del Vaticano,
criticato da larghissima parte della Chiesa che ha valutato la lettera agli
Irlandesi inadeguata, insufficiente, scontata.
Dopo il fallimento del raduno di Roma con precari pagati a cento euro
cadauno, il debosciato ha bisogno di ricrearsi una verginità formale e vuole
fare sapere al mondo intero che egli sta dalla parte del Vaticano, sempre e
comunque.
L'immondo travestito da agnello.
Ancora una volta assistiamo alla strumentalizzazione di un momento tragico e
doloroso della Chiesa con responsabilità oggettive di papa Ratzinger e
contorno e il Caimano ne approfitta subito per fare una genuflessione oscena
ad uso personale, perché il fantoccio di uomo non sa vedere altro che usi
personali, addomesticati alla sua bisogna.
La lettera al papa, opportunamente divulgata, è una forma di propaganda
elettorale verso quell'elettorato debole cattolico che si lascerà incantare
da questo tronfio e immondo pifferaio e sul quale è piombato come un
elefante in una cristalleria il cardinale Angelo Bagnasco.
Il tocco finale, da lupanare, è il riferimento all'efficacia della lettera
dovuta secondo lui alla «umiltà e sincerità unita alla chiarezza delle
ragioni che il Papa mette in campo».
Riguardo all'umiltà, Berluskoniev è un maestro impareggiabile:
umile, mite, altruista e, quello che più conta, fondatore del partito
dell'amore
a pagamento e delle prostitute affittate «a carrettate», con i cattolici che
tengono bordone e reggono il moccolo.
Non era ancora arrivata in Vaticano la lettera di Berluskoniev che già nello
stesso giorno, si sentiva il controcanto del cardinale.
Bagnasco al consiglio permanente della Cei.
Egli con tempestività programmata degna di ben altre battaglie, a pochi
giorni del voto, parla con il solito linguaggio aulico a supporto del
governo e delle formazioni regionali di destra.
Si direbbe che più la Cei tema la vittoria della sinistra o di quella che ci
si ostina a chiamare sinistra.
L'attacco frontale all'aborto come materia discriminante delle elezioni
regionali è indebita, immorale e indecente.
L'aborto è previsto da una legge dello Stato:
cosa c'entrano le regioni?
L'uscita di Bagnasco è calcolata e mira ad essere una diretta fucilata ad
Emma Bonino e a Mercedes Bresso in Piemonte.
Per la proprietà transitiva chi attacca Bonino e Bresso, appoggiate dal Pd,
appoggia il Pdl che è contro il Pd.
Povera gerarchia, ridotta a giocare questi mezzucci pur di vincere la
Regione Lazio!
Se una donna fa così paura, cosa farebbe un esercito di donne?
Scrive il cardinale:
«Sarà bene che la cittadinanza inquadri con molta attenzione ogni singola
verifica elettorale, sia nazionale sia locale e quindi regionale.
L'evento del voto è un fatto qualitativamente importante che in nessun caso
converrà trascurare .
C'è una linea consolidata che .
insieme a Benedetto XVI, chiamiamo «valori non negoziabili: .
la dignità della persona umana, incomprimibile rispetto a qualsiasi
condizionamento;
l'indisponibilità della vita, dal concepimento fino alla morte naturale;
la libertà religiosa e la libertà educativa e scolastica;
la famiglia fondata sul matrimonio fra un uomo e una donna»
(Card. Angelo Bagnasco, presidente Cei, «Prolusione al consiglio permanente
del 22-25 marzo 2010, n. 8).
Si può anche essere d'accordo su alcuni aspetti, ma perché proprio, in piena
feroce campagna elettorale?
Puro caso?
C'è forse una relazione o un accordo preventivo tra la lettera di Berlusconi
e la prolusione di Bagnasco?
I brutti pensieri fanno temere di sì.
Se così fosse, sarebbe grave e si conferma la strategia clericale di una
alleanza «a prescindere» con il governo Berlusconi;
così come si rafforza il sospetto che il silenzio tombale della presidenza
della Cei, lo scorso anno, durante la teoria di scandali, personali e
istituzionali, perpetrati da Berlusconi, sia stato il prezzo pagato
sull'altare
della «disonesta ricchezza» pur di tenere in vita un sostegno reciproco,
Berlusconi/Vaticano-Cei anche a costo della morale, della verità, della
divisione all'interno della Chiesa italiana, anche a costo del sacrificio di
innocenti come il povero Dino Boffo.
Al card. Bagnasco risponde indirettamente alcuni giorni prima, quasi
prevenendolo, Mons. Luigi Bettazzi che nell'editoriale «Principi non
rinunciabili» di Mosaico di Pace (marzo 2010), annovera tra i «principi non
negoziabili» tanto cari alla gerarchia ecclesiastica, anche il «bene comune»
e i valori «della sincerità e della sobrietà, della legalità e della
solidarietà»;
così come tra quelli negativi ascrive:
l'idolo della ricchezza in funzione del potere, il potere stesso,
il permissivismo sociale e l'interesse privato e il fine che giustifica i
mezzi.
Il card. Bagnasco, poi, continua:
«Dinanzi a quel che va emergendo ad opera della Magistratura, noi Vescovi ci
sentiamo di dover chiedere a tutti, con umiltà, di uscire dagli
incatenamenti prodotti dall'egoismo e dalla ricerca esasperata del
tornaconto e innalzarsi sul piano della politica vera.
Questa è liberazione dai comportamenti iniqui, dalle contiguità
affaristiche per riconoscere al prossimo tutto ciò di cui egli ha diritto .
e innanzitutto la sua dignità di cittadino .
al di fuori della morbosità per un certo accaparramento personale, si
recuperi il senso di quello che è pubblico, che vuol dire di tutti e di cui
nessuno deve approfittare causando grave scandalo dei cittadini comuni, di
chi vive del proprio stipendio o della propria pensione ed è abituato a
farseli bastare, stagione dopo stagione.
C'è un impegno che . non può non riguardare tutti, politici e cittadini .:
mettere fine a quella falsa indulgenza secondo la quale, poiché tutti
sembrano rubare, ciascuno si ritiene autorizzato a sua volta a farlo senza
più scrupoli.
Non è vero che tutti rubano, ma se per assurdo ciò accadesse, non si
attenuerebbe l'imperativo dell'onestà.
Non cerchiamo alibi preventivi né coperture impossibili:
sottrarre qualcosa a ciò che fa parte della cosa pubblica non è rubare di
meno;
semmai sarebbe un rubare di più.
Per i credenti questo obbligo assurge alla dignità di comando del Signore,
dunque non si può venir meno» (Ibid. n. 9).
Come non essere d'accordo?
Anche le pietre lo sono.
Perché l'aborto deve essere criterio di valutazione elettorale il furto no?
Non è un comandamento esplicito anch'esso?
Come può il cardinale Bagnasco mettere d'accordo queste parole con il
programma, le promesse mai mantenute e le realizzazioni delittuose del
governo Berlusconi?
Alla luce della parola del cardinale, non si dovrebbe come primo effetto
immediato scomunicare l'operato del governo e della sua maggioranza che per
disgrazia opprime l'Italia e tutti i cattolici che lo sostengono?
Si rende conto il cardinale Bagnasco che il fondatore del partito
dell'amore
è un frequentatore abituale di minorenni e prostitute e un ladro di
professione?
Sa il presidente della Cei che Berlusconi ha candidato uomini appartenenti
alle diverse mafie, senza distinzione di sorta?
E' a conoscenza il porporato che non meno di 26 inquisiti siedono in
parlamento nelle fila del partito che difende «i principi non negoziabili»?
Lo sa che sono oltre trenta le leggi che Berlusconi ha imposto al parlamento
a suo favore e della sua cricca e delle sue due famiglie?
Perché sua eminenza non fa nomi e cognomi di chi ruba, di chi delinque, di
chi corrompe, di chi si lascia corrompere?
Si rende conto che il papa ha ricevuto Bertolaso nel momento stesso in cui
lo convocava la magistratura della repubblica per chiedergli conto della
corruzione di cui è sospettato di essere artefice, beneficiario, mandante e
controllore a danno e sulla pelle dei terremotati dell'Abruzzi, il cui
vescovo, Molinari, è uso fare da scendiletto a Berlusconi?
Signor Cardinale perché lei ha taciuto per tutto l'anno quando tutto il
mondo accusava Berlusconi di immoralità istituzionale e non solo per l'uso
indiscriminato di prostitute e forse di droga, mentre oggi interviene, lesto
come un fulmine, il giorno dopo la manifestazione/farsa del Pdl e una
settimana prima delle elezioni e per buon peso, nello stesso giorno in cui
Berlusconi solidarizza col Papa in materia di pedofilia? Forse perché lui è
esperto anche in materia? Lo avete assunto come consulente etico della Cei?
Signor Cardinale, la prego, ascolti quello che le dico:
Io Paolo Farinella, prete della Chiesa cattolica, affermo con piena
avvertenza e informata coscienza che ritengo peccato grave votare chiunque
stia dalla parte di Berlusconi perché incompatibile con i principi del
Vangelo, della dottrina sociale della Chiesa, della morale cattolica e della
dignità civile.
E' un delitto, di cui rispondere davanti alla propria coscienza e a Dio
votare per chi conculca i diritti dei poveri, senza differenza di
cittadinanza, di chi incita all'odio razziale, di chi corrompe testimoni in
tribunale e giudici per avere sentenze a suo favore, di chi compra senatori
prezzolati per fare cadere governi democratici, di chi evade il fisco e
incita ad evadere, di chi assalta le istituzioni di garanzia, di chi vara
leggi a favore suo e della sua azienda, di chi non ha parvenza di morale e
vive in modo oscenamente ricco, rubando sulla povertà dei poveri, di chi
sperpera denaro pubblico pur di esaltare il culto della propria personalità
(v. La Maddalena).
Io Paolo prete, cittadino sovrano residente in Liguria, in forza del
criterio del bene comune e del rispetto dei diritti individuali, voterò
Alessandra Ballerini, di professione avvocato degli ultimi e dei poveri che
si batte per i diritti di tutti e che si presenta con una lista collegata a
quella di Burlando Claudio del Pd.
Se votassi in Lazio o in Piemonte non esiterei a votare Bonino o Bresso e
auguro all'Italia che Berlusconi e la sua compagnia teatrante siano
sconfitti.
Faccio gli auguri alla Bonino e alla Bresso, perché, anche se non mi
piacciono su tanti punti, possano vincere democraticamente e possano portare
un vero «rinascimento laico» nelle loro Regioni, specialmente nel campo
della sanità e della scuola.
Sui problemi etici ci confronteremo apertamente, lealmente,
democraticamente, senza interferenze e confusioni tra altare e seggio
regionale.
Che Dio protegga l'Italia e le sue Regioni dalla peste del berlusconismo e
dalla miopia della gerarchia cattolica.
don Paolo Farinella
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