Discussione:
Tra turpi e immondi: arrestati Tarantini e la moglie: “Ricattavano Berlusconi sul caso escort a Bari”
(troppo vecchio per rispondere)
ernesto
2011-09-02 02:29:25 UTC
Permalink
Arrestati Tarantini e la moglie: “Ricattavano Berlusconi sul caso
escort a Bari”

Da Napoli ordine di custodia anche per Valter Lavitola, che si trova
all'estero e smentisce tutto. Al telefono diceva: il premier "va messo
con le spalle al muro". Nell'inchiesta pugliese per induzione alla
prostituzione ci sarebbero intercettazioni "scabrose"

Il presidente Berlusconi va “tenuto sulla corda” fino a metterlo “con
le spalle al muro”, o “in ginocchio”. Insomma “andargli addosso”.
Così parlavano, intercettati al telefono, Valter Lavitola e Giampaolo
Tarantini.

Per il gip di Napoli che ha ordinato l’arresto del direttore
dell’Avanti! (che si trova all’estero) e dell’imprenditore pugliese,
queste parole sono la prova regina del presunto ricatto al presidente
del consiglio:

”Appaiono incontrovertibili e univoche le lunghe conversazioni
telefoniche intercettate tra Lavitola e Tarantini”, scrive il gip. “Il
tenore e il significato” delle “espressioni letteralmente utilizzate
da Lavitola nel corso delle conversazioni”, risultano “inequivocabili
e sintomatici della logica e della prospettiva ricattatoria che muove
Lavitola e i coniugi Tarantini”.

Che cosa avrebbe messo Berlusconi “in ginocchio”? La minaccia, scrive
il gip, “implicita e larvata” di Tarantini di un “cambio della
strategia processuale fino a quel momento seguita” nel processo di
Bari, nel quale l’imprenditore è accusato di aver procacciato
prestazioni sessuali di giovani donne al presidente del consiglio.

Finora Tarantini aveva sempre escluso, di fronte ai magistrati
baresi, “ogni consapevolezza del Berlusconi in ordine alla natura
mercenaria dei rapporti sessuali dallo stesso intrattenuti con le
predette donne e comunque ogni partecipazione economica del Berlusconi
ai relativi costi”.

Ovviamente, nota ancora il gip, il presunto ricatto verteva sui
“rischi connessi al clamore mediatico della vicenda”. Aggravati “del
previsto deposito di una serie di conversazioni intercettate in quel
procedimento, dai contenuti scabrosi e quindi ritenuti gravemente
pregiudizievoli per l’immagine pubblica dello stesso Berlusconi,
Presidente del Consiglio dei Ministri”.

A quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, si tratta di conversazioni in
cui Tarantini e Berlusconi disquisiscono delle caratteristiche fisiche
delle ragazze da procurare e di come debbano essere vestite.

E di fatto altro non può essere che il prestigio del premier ad essere
leso. Perché Berlusconi non è parte in causa nel processo. Ma può
uscirne male comunque. Per questo, sembra dire il gip, tutto si gioca
attorno alla condotta processuale di Tarantini. Lui pensa di poterne
uscire meglio con un dibattimento, mentre il patteggiamento – scrive
il gip – “sembra però suggerita ab externo al Tarantini nell’interesse
sostanziale di Silvio Berlusconi dal momento che in tal modo, essendo
il Tarantini l’unico indagato, il procedimento finirebbe in archivio,
unitamente a tutte le trascrizioni delle conversazioni sopraindicate,
senza possibilità quindi di circolazione sulla stampa.

Di qui la ”ripetuta dazione” di somme di denaro e altri benefici
economici da parte del premier Pompetta Culoflaccio Al Cafone Silvio
Berlusconi ai coniugi Tarantini, con modalità “dissimulate o comunque
non trasparenti” che questa mattina hanno portato in carcere
l’imprenditore barese e la moglie Angela Devenuto. Al centro
dell’inchiesta, anche l’editore e direttore de L’Avanti!, Valter
Lavitola, che secondo la procura avrebbe fatto da mediatore e
trattenuto per sé “parti consistenti” delle somme pagate dal
Cavaliere, “impiegandole in diverse società a lui direttamente
riferibili”. Dagli elementi di accusa finora ricostruiti emerge anche
che Lavitola, destinatario di una ordinanza di custodia cautelare e
irreperibile, contattava Tarantini attraverso schede telefoniche
estere.

Gli atti riportano ad esempio una telefonata tra Lavitola e Marinella
Brambilla, storica segretaria personale di Pompetta piduista e
corruttore di magistrati, ladrone della Mondadori e delle pubbliche
frequenze televisive, Al Cafone Silvio Berlusconi.

Secondo l’accusa, Lavitola utilizzava un linguaggio in codice,
parlando di “fotografie” per intendere denaro, utilizzando tra l’altro
una sim panamense. Il 23 giugno scorso, la Brambilla dice al
giornalista: “Ok, allora riusciamo a stampare dieci foto, mandami…chi
mi mandi il solito Juannino lì il tuo?”. Lavitola acconsente, e la
segretaria del presidente del consiglio chiede altri chiarimenti:
“Quando lo mandi? Perché io esco alle undici col dottore, mandamelo
immediatamente”. In un’altra telefonata del 28 giugno si parla ancora
di “foto”. Ancora la Brambilla a dire a Lavitola: “Le 20 foto sono
pronte, mandami…quando?”.

I coniugi Tarantini, secondo l’accusa, avrebbero ottenuto dal premier
non solo somme di denaro ma anche impieghi e altri incarichi di
lavoro, il canone di locazione di una prestigiosa casa nel centro di
Roma (in via Vittorio Veneto, la stessa da cui sono stati prelevati
questa mattina, ndr) e il pagamento di alcune spese legali.


Il gip Amelia Primavera ha accolto quindi la richiesta di custodia
cautelare avanzata dai pm Henry John Woodcock, Francesco Curcio e
Vincenzo Piscitelli. La tesi degli inquirenti era già stata anticipata
il 25 agosto scorso dal settimanale Panorama. La stessa procura di
Napoli aveva aperto la caccia alla “talpa” che ha girato lo scoop al
settimanale della Mondadori il principale indagato nell’inchiesta
sulla presunta estorsione al premier riferiva ai giornalisti la
propria versione: prestavo dei soldi a Gianpaolo Tarantini – diceva
Lavitola all’AdnKronos, rispondendo dalla Bulgaria – e Berlusconi mi
rimborsava. Insomma, un’affermazione che confermava la versione
fornita da Berlusconi al settimanale – “Ho aiutato Tarantini
attraverso Lavitola perché era disperato” – andando ad allinearsi alla
tesi preferita dal premier e dai suoi fedelissimi: nessuna estorsione,
nessun ricatto, pura generosità.

In una nota a firma del procuratore aggiunto Francesco Greco si
sottolinea che “l’inchiesta sulla presunta estorsione ai danni del
premier Berlusconi trae origine da più ampie e diversificate indagini”
coordinate dalla procura partenopea e che l’esigenza degli arresti è
stata anticipata proprio dalla fuga di notizie. In particolare si fa
riferimento a indagini condotte, anche con intercettazioni
telefoniche, dalla Digos di Napoli su alcune società del gruppo
Finmeccanica, “dove Valter Lavitola sembra svolgere non meglio
definite attività di consulenza”.

Gli esiti delle investigazioni della sezione criminalità economica
della procura sono poi confluiti in quelli delle indagini della
sezione reati contro la pubblica amministrazione riguardanti lo stesso
Lavitola e altri indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta
P4, che vede coinvolti tra gli altri il parlamentare del Pdl Alfonso
Papa e l’uomo d’affari Luigi Bisignani.

I pm della procura partenopea hanno sollevato anche il nodo della
competenza territoriale dell’inchiesta che potrebbe essere trasferita
da Napoli in un’altra sede: risulta infatti difficile capire dove
siano avvenute – certamente non a Napoli – le dazioni al centro delle
indagini. E’ quindi verosimile che nei prossimi giorni gli atti
possano passare ad un’altra procura, forse proprio quella di Roma.


PASSAPAROLA: MARCO TRAVAGLIO SPIEGA TUTTI I RICATTI A BERLUSCONI
Ribelle60
2011-09-02 10:16:37 UTC
Permalink
ernesto ha scritto:
.................
Post by ernesto
PASSAPAROLA: MARCO TRAVAGLIO SPIEGA TUTTI I RICATTI A BERLUSCONI
A me pare normale che uno che dichiara che il massimo che si può dire di
lui è che scopa, venga poi trattato e munto alla stregua di una puttana
... ;)
--
"Non ho paura degli urli dei violenti, ma del silenzio degli onesti"
Martin Luther King.

"La religione è il singhiozzo di una creatura oppressa, il sentimento
di un mondo senza cuore, lo spirito di una condizione priva di spirito.
È l'oppio dei popoli." K. Marx
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