Sunboy
2011-09-30 12:51:13 UTC
Sta passando uno scandalo pubblico che non stiamo vedendo. Questo scandalo
si chiama Mondadori. Il colosso editoriale di Segrate - di cui il premier
Berlusconi è "mero proprietario" e la figlia Marina è presidente - doveva
al Fisco la bellezza di 400 miliardi di vecchie lire, per una controversia
iniziata nel '91. Grazie al decreto numero 40, approvato dal governo il 25
marzo e convertito in legge il 22 maggio, potrà chiudere la maxi-vertenza
pagando un mini-tributo: non i 350 milioni di euro previsti (tra mancati
versamenti d'imposta, sanzioni e interessi) ma solo 8,6. E amici come prima.
Un "condono riservato". Meglio ancora, una legge "ad aziendam". Che si somma
alle 36 leggi "ad personam" volute e fatte licenziare dalle Camere dal
Cavaliere, in questi tumultuosi quindici anni di avventurismo politico.
Repubblica ha già dato la notizia, in splendida solitudine, l'11 agosto
scorso. Ma ora che il centrodestra discute di una "questione morale" al suo
interno, ora che la propaganda di regime costruisce teoremi assolutori sul
"così fan tutti" e la macchina del fango istruisce dossier avvelenati sulle
compravendite immobiliari, è utile tornarci su. E raccontare fin dall'inizio
la storia, che descrive meglio di ogni altra l'enormità del conflitto di
interessi del premier, il micidiale intreccio tra funzioni pubbliche e
affari privati, l'uso personale del potere esecutivo e l'abuso politico sul
potere legislativo.
si chiama Mondadori. Il colosso editoriale di Segrate - di cui il premier
Berlusconi è "mero proprietario" e la figlia Marina è presidente - doveva
al Fisco la bellezza di 400 miliardi di vecchie lire, per una controversia
iniziata nel '91. Grazie al decreto numero 40, approvato dal governo il 25
marzo e convertito in legge il 22 maggio, potrà chiudere la maxi-vertenza
pagando un mini-tributo: non i 350 milioni di euro previsti (tra mancati
versamenti d'imposta, sanzioni e interessi) ma solo 8,6. E amici come prima.
Un "condono riservato". Meglio ancora, una legge "ad aziendam". Che si somma
alle 36 leggi "ad personam" volute e fatte licenziare dalle Camere dal
Cavaliere, in questi tumultuosi quindici anni di avventurismo politico.
Repubblica ha già dato la notizia, in splendida solitudine, l'11 agosto
scorso. Ma ora che il centrodestra discute di una "questione morale" al suo
interno, ora che la propaganda di regime costruisce teoremi assolutori sul
"così fan tutti" e la macchina del fango istruisce dossier avvelenati sulle
compravendite immobiliari, è utile tornarci su. E raccontare fin dall'inizio
la storia, che descrive meglio di ogni altra l'enormità del conflitto di
interessi del premier, il micidiale intreccio tra funzioni pubbliche e
affari privati, l'uso personale del potere esecutivo e l'abuso politico sul
potere legislativo.