€rnesto
2010-09-16 12:45:06 UTC
Non lasciamo il pronto soccorso in mano a Dracula - di A. DIPIETRO
Di seguito una mia intervista pubblicata dal settimanale "Gli Altri".
La “svolta” dei finiani non lo convince per niente: «Sono complici di
Erode». Il corteggiamento dei centristi ancora meno: «l'Udc non andrà
a letto col Pd». Ma ben venga il loro contributo per mandare a casa
Berlusconi e preparare la strada alle urne: «Non possiamo lasciare
un'ora di più il pronto soccorso in mano a Dracula». Alla soglia delle
sessanta primavere, il “generale” Antonio Di Pietro non batte in
ritirata, marcia come sempre a suon di iperboli e allegorie. Tuona
contro il governo, sferza i colleghi dell'opposizione. E sul conflitto
sociale lancia l'allarme: «Sta per esplodere una bomba».
Gli altri: Prima un colpo d'ala, l'illusione del crollo. Ora Fini
sembra tornato a più miti consigli e il governo resta in sella. Ci
aveva sperato, onorevole Di Pietro?
Antonio Di Pietro: I finiani sono passati dalla fase “Ponzio Pilato”
alla fase “complici di Erode”. Per quindici anni hanno votato leggi ad
personam, hanno avallato le porcherie del governo Berlusconi. Adesso
che l'hanno stanato e denunciato in pubblico, hanno la sfacciataggine
di annunciare che gli riconfermeranno la fiducia. E ora apparecchiano
qualche tranello sulla giustizia. Siamo passati dalla fase pilatesca a
quella piratesca.
Gli altri: “Ghedini è come il dottor Stranamore”. Sa chi lo ha detto?
Antonio Di Pietro: Io?
Gli altri: Fini.
Antonio Di Pietro: Si fa presto a parlare. Intanto adesso sono tutti
pronti a votare lo scudo a favore del premier. A loro interessa solo
l'impunità. Ma quando Berlusconi a fine mese si presenterà in
parlamento noi avanzeremo una contro-mozione con due “no”, alla legge
sulle intercettazioni e a quella sul processo breve, e un “sì” netto e
forte al provvedimento contro la corruzione. Chiederemo ai finiani di
votare il nostro documento. Se non lo faranno, il giochino verrà
scoperto.
Gli altri: Mi tolga una curiosità: ha mai pensato che una bella
immunità per Berlusconi ci avrebbe dispensato una volta per tutte da
un simile strazio?
Antonio Di Pietro: E io le dico: qual è il modo per non aver
stupratori? Abolire il reato di stupro? Fatte le debite proporzioni
significherebbe mandare un messaggio chiaro a chi commette degli
illeciti: più hai potere, più puoi farle franca. Non può passare
l'idea che il potente diventi automaticamente intoccabile.
Gli altri: Berlusconi criminale, terrorista, piduista. Dice
Franceschini che soffre ogni volta che lei apre bocca.
Antonio Di Pietro: Chissà perché se lo dico io, che il governo
Berlusconi è una fogna, le orecchie pulite di Franceschini non possono
sentire, mentre se lo dice Bersani va tutto bene. L'Italia dei Valori
ha detto in questi anni quello che vanno dicendo adesso improvvisati
oppositori come Fini e Casini. Fino ad oggi in parlamento eravamo
additati come gli unici paladini dell'antiberlusconismo. Adesso non
vedo alcuna differenza tra quello che dico io e il discorso di Fini a
Mirabello. La differenza è che io mi comporto di conseguenza, faccio
quello che dico.
Gli altri: Intanto tramano per metterla fuori combattimento. Quasi
quasi il Pd la saluta e va con Casini.
Antonio Di Pietro: La storia e il tempo faranno giustizia di questo
masochismo dei dirigenti del Pd. Arriverà prima o poi il momento in
cui si andrà a votare e in quel momento tutti i tentativi di
corteggiamento per portarsi a letto l'Udc risulteranno vani. Casini
non si lascerà lusingare, semmai andrà da solo o peggio ancora terrà
le mani libere per decidere di volta in volta con chi stare. Fini e
Casini stanno lavorando ad un nuovo centrodestra, non al nuovo
centrosinistra: se lo mettano bene in testa Bersani e compagnia.
Gli altri: E al centrosinistra chi ci lavora? È d'accordo con le
primarie?
Antonio Di Pietro: Le primarie non sono buone o cattive in sé: un
coltello da cucina è utile per tagliare il pane, ma dannoso se si
vuole usare come arma per uccidere qualcuno. È chiaro che tutto
dipende dalle finalità che ci si impone: se fatte in modo trasparente,
attorno a un programma condiviso e a una coalizione ben definita, le
primarie sono un percorso efficace per arrivare alla scelta della
leadership. Se invece si celebrano soltanto perché non si ha il
coraggio di fare delle scelte, come è successo nel Lazio e in Calabria
alle ultime elezioni regionali, da primarie diventano secondarie...
Gli altri: Supponiamo che siano una cosa seria. Di Pietro si tuffa?
Antonio Di Pietro: Siamo in attesa di capire che cosa vuole fare il
Pd . Non posso partecipare a delle primarie al buio, né decidere da
solo. Bisogna capire cosa fare di questo matrimonio: se l'unione ha un
fondamento ed è costruita per il bene del paese, noi siamo qua, a
disposizione.
Gli altri: Davvero serve un governo tecnico per fare la legge
elettorale? Qui c'è un paese che soffoca nella crisi...
Antonio Di Pietro: Ma lei lo sa che in questo momento in aula non ci
sono mozioni da discutere? A fronte di un dramma sociale, economico e
finanziario di questa portata il parlamento non si riunisce perché non
sappiamo cosa fare, c'è una totale inerzia e questo governo sta
paralizzando ogni iniziativa. A questo punto non possiamo assistere
inermi al lento decesso del moribondo, la prima cosa da fare è
cambiare sala operatoria, togliere di mezzo chi ha provocato il danno.
Perché sarebbe folle lasciare il pronto soccorso nelle mani di
Dracula.
Gli altri: E quindi? Tutti insieme appassionatamente?
Antonio Di Pietro: Una cosa è l'emergenza, un'altra cosa è
l'alternativa. È necessario che in parlamento, per il tempo che duri
il battito d'ali di una farfalla, ci sia una maggioranza disposta a
voltare pagina. Finiani compresi. Ma il comitato di liberazione
nazionale deve servire solo a sbarazzarsi del dittatore di turno. Poi
si va a votare.
Gli altri: Dicevamo della crisi.
Antonio Di Pietro: Si profila un autunno bollente. E la punta
dell'iceberg nelle prossime settimane saranno i cassaintegrati in
scadenza: in molte aziende stanno per finire le 52 settimane di
copertura e questo è il preludio di un'ondata di licenziamenti. Solo
nel profondo Nord, a Treviso, al mese di ottobre più di tremila
persone perderanno la cassa integrazione, andranno a casa e non
avranno più niente. Un esercito di padri e madri di famiglia si
troverà senza alcun ammortizzatore sociale.
Gli altri: Come tamponare l'emorragia?
Antonio Di Pietro: Il governo dovrebbe quanto meno raddoppiare la
cassa integrazione: da 52 a 104 settimane. Ma contemporaneamente
servono incentivi e politiche fiscali premianti per quelle imprese che
assumono anziché licenziare.
Gli altri: Non per rovinarvi la festa di Vasto, ma ha letto il
sondaggio vi dà in calo, attorno al 5%?
Antonio Di Pietro: Ma io ho qui un altro sondaggio che ci dà all'8%.
Dipende da come sono formulate le domande e da come si strutturerà la
mappa del consenso. Ricordo che poche settimane prima delle ultime
elezioni politiche i sondaggi ci davano fuori dai giochi. Poi si sa
come è andata....
Gli altri: Sì ma non c'era Grillo, che ora potrebbe rosicchiarvi una
fetta di elettorato.
Antonio Di Pietro: C'è un fatto positivo per il paese: all'inizio
eravamo solo noi sulla linea Maginot. Oggi sono nati altri movimenti e
come cittadino non posso che esserne felice. È chiaro che quando il
fronte si allarga il valore unitario della singola forza può anche
diminuire, ma l'importante è che aumenti quello complessivo per
mandare a casa Berlusconi.
Gli altri: Si dice che il nome di Di Pietro a breve sparirà dal
simbolo dell'Idv. Mica è già in odor di pensione?
Antonio Di Pietro: Da fondatore dell'Italia dei Valori, se vedessi la
mia creatura camminare con le proprie gambe sarei felice di appendere
le scarpe al chiodo. Per me sarebbe una soddisfazione enorme. Ma
adesso c'è una battaglia in corso e il generale che ordina l'attacco
non può permettersi di ritirarsi dal fronte.
Postato da Antonio Di Pietro in Politica
Di seguito una mia intervista pubblicata dal settimanale "Gli Altri".
La “svolta” dei finiani non lo convince per niente: «Sono complici di
Erode». Il corteggiamento dei centristi ancora meno: «l'Udc non andrà
a letto col Pd». Ma ben venga il loro contributo per mandare a casa
Berlusconi e preparare la strada alle urne: «Non possiamo lasciare
un'ora di più il pronto soccorso in mano a Dracula». Alla soglia delle
sessanta primavere, il “generale” Antonio Di Pietro non batte in
ritirata, marcia come sempre a suon di iperboli e allegorie. Tuona
contro il governo, sferza i colleghi dell'opposizione. E sul conflitto
sociale lancia l'allarme: «Sta per esplodere una bomba».
Gli altri: Prima un colpo d'ala, l'illusione del crollo. Ora Fini
sembra tornato a più miti consigli e il governo resta in sella. Ci
aveva sperato, onorevole Di Pietro?
Antonio Di Pietro: I finiani sono passati dalla fase “Ponzio Pilato”
alla fase “complici di Erode”. Per quindici anni hanno votato leggi ad
personam, hanno avallato le porcherie del governo Berlusconi. Adesso
che l'hanno stanato e denunciato in pubblico, hanno la sfacciataggine
di annunciare che gli riconfermeranno la fiducia. E ora apparecchiano
qualche tranello sulla giustizia. Siamo passati dalla fase pilatesca a
quella piratesca.
Gli altri: “Ghedini è come il dottor Stranamore”. Sa chi lo ha detto?
Antonio Di Pietro: Io?
Gli altri: Fini.
Antonio Di Pietro: Si fa presto a parlare. Intanto adesso sono tutti
pronti a votare lo scudo a favore del premier. A loro interessa solo
l'impunità. Ma quando Berlusconi a fine mese si presenterà in
parlamento noi avanzeremo una contro-mozione con due “no”, alla legge
sulle intercettazioni e a quella sul processo breve, e un “sì” netto e
forte al provvedimento contro la corruzione. Chiederemo ai finiani di
votare il nostro documento. Se non lo faranno, il giochino verrà
scoperto.
Gli altri: Mi tolga una curiosità: ha mai pensato che una bella
immunità per Berlusconi ci avrebbe dispensato una volta per tutte da
un simile strazio?
Antonio Di Pietro: E io le dico: qual è il modo per non aver
stupratori? Abolire il reato di stupro? Fatte le debite proporzioni
significherebbe mandare un messaggio chiaro a chi commette degli
illeciti: più hai potere, più puoi farle franca. Non può passare
l'idea che il potente diventi automaticamente intoccabile.
Gli altri: Berlusconi criminale, terrorista, piduista. Dice
Franceschini che soffre ogni volta che lei apre bocca.
Antonio Di Pietro: Chissà perché se lo dico io, che il governo
Berlusconi è una fogna, le orecchie pulite di Franceschini non possono
sentire, mentre se lo dice Bersani va tutto bene. L'Italia dei Valori
ha detto in questi anni quello che vanno dicendo adesso improvvisati
oppositori come Fini e Casini. Fino ad oggi in parlamento eravamo
additati come gli unici paladini dell'antiberlusconismo. Adesso non
vedo alcuna differenza tra quello che dico io e il discorso di Fini a
Mirabello. La differenza è che io mi comporto di conseguenza, faccio
quello che dico.
Gli altri: Intanto tramano per metterla fuori combattimento. Quasi
quasi il Pd la saluta e va con Casini.
Antonio Di Pietro: La storia e il tempo faranno giustizia di questo
masochismo dei dirigenti del Pd. Arriverà prima o poi il momento in
cui si andrà a votare e in quel momento tutti i tentativi di
corteggiamento per portarsi a letto l'Udc risulteranno vani. Casini
non si lascerà lusingare, semmai andrà da solo o peggio ancora terrà
le mani libere per decidere di volta in volta con chi stare. Fini e
Casini stanno lavorando ad un nuovo centrodestra, non al nuovo
centrosinistra: se lo mettano bene in testa Bersani e compagnia.
Gli altri: E al centrosinistra chi ci lavora? È d'accordo con le
primarie?
Antonio Di Pietro: Le primarie non sono buone o cattive in sé: un
coltello da cucina è utile per tagliare il pane, ma dannoso se si
vuole usare come arma per uccidere qualcuno. È chiaro che tutto
dipende dalle finalità che ci si impone: se fatte in modo trasparente,
attorno a un programma condiviso e a una coalizione ben definita, le
primarie sono un percorso efficace per arrivare alla scelta della
leadership. Se invece si celebrano soltanto perché non si ha il
coraggio di fare delle scelte, come è successo nel Lazio e in Calabria
alle ultime elezioni regionali, da primarie diventano secondarie...
Gli altri: Supponiamo che siano una cosa seria. Di Pietro si tuffa?
Antonio Di Pietro: Siamo in attesa di capire che cosa vuole fare il
Pd . Non posso partecipare a delle primarie al buio, né decidere da
solo. Bisogna capire cosa fare di questo matrimonio: se l'unione ha un
fondamento ed è costruita per il bene del paese, noi siamo qua, a
disposizione.
Gli altri: Davvero serve un governo tecnico per fare la legge
elettorale? Qui c'è un paese che soffoca nella crisi...
Antonio Di Pietro: Ma lei lo sa che in questo momento in aula non ci
sono mozioni da discutere? A fronte di un dramma sociale, economico e
finanziario di questa portata il parlamento non si riunisce perché non
sappiamo cosa fare, c'è una totale inerzia e questo governo sta
paralizzando ogni iniziativa. A questo punto non possiamo assistere
inermi al lento decesso del moribondo, la prima cosa da fare è
cambiare sala operatoria, togliere di mezzo chi ha provocato il danno.
Perché sarebbe folle lasciare il pronto soccorso nelle mani di
Dracula.
Gli altri: E quindi? Tutti insieme appassionatamente?
Antonio Di Pietro: Una cosa è l'emergenza, un'altra cosa è
l'alternativa. È necessario che in parlamento, per il tempo che duri
il battito d'ali di una farfalla, ci sia una maggioranza disposta a
voltare pagina. Finiani compresi. Ma il comitato di liberazione
nazionale deve servire solo a sbarazzarsi del dittatore di turno. Poi
si va a votare.
Gli altri: Dicevamo della crisi.
Antonio Di Pietro: Si profila un autunno bollente. E la punta
dell'iceberg nelle prossime settimane saranno i cassaintegrati in
scadenza: in molte aziende stanno per finire le 52 settimane di
copertura e questo è il preludio di un'ondata di licenziamenti. Solo
nel profondo Nord, a Treviso, al mese di ottobre più di tremila
persone perderanno la cassa integrazione, andranno a casa e non
avranno più niente. Un esercito di padri e madri di famiglia si
troverà senza alcun ammortizzatore sociale.
Gli altri: Come tamponare l'emorragia?
Antonio Di Pietro: Il governo dovrebbe quanto meno raddoppiare la
cassa integrazione: da 52 a 104 settimane. Ma contemporaneamente
servono incentivi e politiche fiscali premianti per quelle imprese che
assumono anziché licenziare.
Gli altri: Non per rovinarvi la festa di Vasto, ma ha letto il
sondaggio vi dà in calo, attorno al 5%?
Antonio Di Pietro: Ma io ho qui un altro sondaggio che ci dà all'8%.
Dipende da come sono formulate le domande e da come si strutturerà la
mappa del consenso. Ricordo che poche settimane prima delle ultime
elezioni politiche i sondaggi ci davano fuori dai giochi. Poi si sa
come è andata....
Gli altri: Sì ma non c'era Grillo, che ora potrebbe rosicchiarvi una
fetta di elettorato.
Antonio Di Pietro: C'è un fatto positivo per il paese: all'inizio
eravamo solo noi sulla linea Maginot. Oggi sono nati altri movimenti e
come cittadino non posso che esserne felice. È chiaro che quando il
fronte si allarga il valore unitario della singola forza può anche
diminuire, ma l'importante è che aumenti quello complessivo per
mandare a casa Berlusconi.
Gli altri: Si dice che il nome di Di Pietro a breve sparirà dal
simbolo dell'Idv. Mica è già in odor di pensione?
Antonio Di Pietro: Da fondatore dell'Italia dei Valori, se vedessi la
mia creatura camminare con le proprie gambe sarei felice di appendere
le scarpe al chiodo. Per me sarebbe una soddisfazione enorme. Ma
adesso c'è una battaglia in corso e il generale che ordina l'attacco
non può permettersi di ritirarsi dal fronte.
Postato da Antonio Di Pietro in Politica