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Vittima e pavido.
Post by a***@fastwebnet.itNè l'uno nè l'altro ! : FROCIO !!!!!
Quelli sono "cazzi "suoi.
CASSAZIONE: MARRAZZO FU VITTIMA DI UN'IMBOSCATA
ROMA - L'ex governatore del Lazio Piero Marrazzo fu
"chiaramente la vittima predestinata" di una "imboscata
organizzata ai suoi danni" da alcuni carabinieri della
Compagnia di Roma Trionfale e nei suoi confronti non è
ravvisabile alcuna responsabilità penale né per quanto
riguarda l'uso dell'auto blu, per raggiungere l'appartamento
di via Gradoli per incontrare il trans Natalie, né per quanto
riguarda l'eventuale utilizzo di cocaina.
Lo sottolinea la Cassazione affrontando per la prima volta il
'caso Marrazzo' nelle motivazioni, appena depositate, del
provvedimento con il quale ha confermato le misure cautelari
nei confronti dei carabinieri coinvolti, indicando anche un
ruolo più grave nei confronti del maresciallo Nicola Testini.
In particolare, per quanto concerne la posizione di Marrazzo
nell'ambito della vicenda che lo ha portato alle dimissioni
dopo essere stato sorpreso e filmato da alcuni carabinieri
insieme al trans Natalie, anche con una dose di cocaina, la
Suprema Corte - respingendo i tentativi dei difensori dei
carabinieri di gettare discredito sulle dichiarazioni dell'ex
governatore - rileva che "nei confronti di Marrazzo nulla
autorizza ad ipotizzare condotte delittuose, essendo egli
chiaramente la vittima predestinata di quella che é stata
considerata come un'imboscata organizzata ai suoi danni".
Aggiunge la Cassazione che nemmeno la presenza della cocaina
in casa di Natalie può condurre "a diverse conclusioni".
E ciò non solo perché in base ai risultati delle indagini la
presenza della cocaina "é stata attribuita proprio agli
indagati, che miravano evidentemente a rendere più gravosa la
posizione del Marrazzo per renderlo più vulnerabile e pronto
a subire qualsiasi ricatto, ma anche perché, se pure la droga
l'avesse portata l'ex governatore, nessuna conseguenza di
natura penale avrebbe potuto derivargliene, trattandosi di
droga chiaramente destinata al consumo personale".
Inoltre, aggiunge la Cassazione, che è "ugualmente
irrilevante, sotto il profilo penale, l'uso, da parte dello
stesso Marrazzo, dell'auto di servizio per raggiungere
l'abitazione di via Gradoli, dal momento che di questa auto
l'ex presidente della Regione Lazio era autorizzato a
servirsi".
Del tutto "pretestuose" - chiarisce ancora la Cassazione -
sono "le altre 'accuse' rivolte al Marrazzo dagli indagati,
strumentali all'esigenza di farne emergere l'inesistente
posizione di soggetto indagato, come il riferimento ad una
'falsa' denuncia di smarrimento degli assegni".
Il riferimento è ai tre assegni, per un totale di 20 mila
euro 'estorti a Marrazzo' dai carabinieri Luciano Simeone e
Carlo Tagliente durante l'irruzione a via Gradoli, dei quali
Marrazzo diede notizia alla banca per "evitarne la
commercializzazione o la possibilità di favorire i suoi
'aguzzini'" con quelle somme.
I carabinieri Luciano Simeone e Carlo Tagliente -
nell'irruzione a via Gradoli dove lo scorso luglio sorpresero
Piero Marrazzo col trans Natalie - "hanno impedito a Marrazzo
di tirarsi su i pantaloni" perché "la ripresa in mutande
aveva, evidentemente, per i fini perseguiti dagli indagati,
ben maggiore effetto e ben altro valore, così ben altro
valore avrebbe avuto la 'scena del crimine' se fosse stata
opportunamente 'condita' dalla presenza di droga".
Lo sottolinea la Cassazione - nella sentenza 15082 depositata
oggi con la quale conferma le accuse ai carabinieri indagati
per l'estorsione a Marrazzo - rilevando che vi fu una
"accurata preparazione di quella scena, che prevedeva non
solo la presenza della droga ma anche, nello stesso tavolino,
accanto al piatto che la conteneva, della tessera personale
della vittima, affinché non vi fossero dubbi sulla
identificazione del personaggio" al quale non si voleva "dare
scampo".
Ai carabinieri erano "ben note le sue debolezze" tanto che
organizzarono "un vero e proprio agguato culminato con
l'irruzione nell'abitazione del trans Natalie" ai primi di
luglio dello scorso anno.
Lo sottolinea la Cassazione sconfessando la tesi dei
carabinieri indagati in base alla quale l'irruzione sarebbe
stata fatta "per verificare la consistenza della notizia
confidenziale ricevuta dall'informatore Gianguarino Cafasso,
sullo svolgimento di festini con droga".
http://temporeale.libero.it/libero/fdg/3562494.html
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Chi ruba lo fa secondo le proprie esigenze ed il proprio
tenore di vita.
I poveri hanno meno esigenze, anche se più impellenti.
I ricchi hanno maggiori esigenze e devono difendere il
proprio "status quo".
(pirex)